In Italia viene bloccato il famoso strumento di intelligenza artificiale “ChatGPT”.

Venerdì l’Italia ha dichiarato che bloccherà temporaneamente il chatbot ChatGPT per problemi di privacy dei dati, rendendo l’Italia il primo paese occidentale a imporre tali restrizioni sulla popolare piattaforma di intelligenza artificiale.

La società statunitense OpenAI, che ha sviluppato ChatGPT, non ha alcuna base legale “per raccogliere e archiviare dati personali in massa, con l’obiettivo di ‘addestrare’ gli algoritmi alla base del funzionamento della piattaforma”, ha affermato il Servizio italiano per la protezione dei dati.

Quando è stato lanciato l’anno scorso, ChatGPT è diventato un fenomeno globale con la sua capacità di generare articoli di opinione, canzoni, materiali per esami e persino articoli di notizie basati su piccoli spunti.

Tuttavia, i critici sollevano da tempo la preoccupazione che non sia chiaro dove ChatGPT e i suoi concorrenti ottengano i dati e come li elaborino.

Università e diversi istituti scolastici hanno bandito questo chatbot a causa del timore che gli studenti possano utilizzarlo per creare documenti accademici e imbrogliare negli esami.

Il servizio italiano ha imposto “restrizioni temporanee al trattamento dei dati degli utenti italiani” da parte di OpenAI e ha avviato un’indagine.

Non esiste né una base legale per la raccolta dei dati né chiarezza su quali dati vengono raccolti.

Le risposte errate fornite da Sarunbot mostrano che i dati non vengono utilizzati correttamente e che ai bambini vengono fornite “risposte assolutamente inappropriate”, ha affermato il servizio.

Il servizio ha anche ricordato l’accesso non autorizzato ai dati del 20 marzo, quando le conversazioni degli utenti e le informazioni di pagamento erano state compromesse. L’azienda ha attribuito l’incidente a un guasto del sistema.

Alla società vengono concessi 20 giorni per rispondere e rischia una multa di 20 milioni di euro o fino al 4% del fatturato annuo.

“ChatGPT”. Foto: Emiliano Vittoriosi/Unsplash

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