Lunedì la Guardia di Finanza italiana ha sequestrato più di 779 milioni di euro dalla piattaforma online di affitti di case Airbnb per tasse non pagate.
La confisca è stata eseguita su ordine della Procura di Milano, che accusa il sito di non aver riscosso l’imposta sui redditi da locazione dai proprietari tra il 2017 e il 2021.
Airbnb non ha riscosso l’imposta richiesta del 21% su tutti gli affitti di case a breve termine, secondo una sintesi dell’atto d’accusa firmato dal procuratore di Milano Marcello Viola e pubblicata dalla Guardia di Finanza.
La società si è detta “sorpresa e delusa” dal sequestro, poiché era “attivamente in trattative con l’agenzia delle entrate italiana dal giugno 2023 per risolvere la questione”.
“Siamo fiduciosi di aver agito nel pieno rispetto della legge e intendiamo esercitare i nostri diritti in questa materia”, ha affermato Airbnb in una nota.
La società statunitense “Airbnb, Inc.” si è espanso notevolmente negli ultimi anni in tutto il mondo, consentendo agli utenti di soggiornare in case private anziché in hotel o ostelli.
La società ha annunciato di aver contestato legalmente una legge italiana approvata nel 2017 che richiede alle piattaforme di noleggio a breve termine che elaborano i pagamenti di trattenere l’imposta sul reddito da locazione.
Nel 2022 la Corte dell’Unione Europea ha deciso che gli stati membri possono richiedere alle piattaforme di noleggio a breve termine di riscuotere l’imposta sul reddito.