I dati pubblicati da “Meta” mostrano che circa 105.000 dollari USA sono stati investiti in pubblicità sui social network nell’ambito di questa campagna.
“Meta” ha scoperto che la campagna di influenza era diretta dalla Russia, ma non l’ha attribuita al governo russo oa istituzioni specifiche.
I disinformatori fingevano di essere popolari media europei, tra cui Der Spiegel, The Guardian, Bild e ANSA, pubblicando collegamenti a domini falsi con nomi simili.
Hanno pubblicato articoli che criticavano l’Ucraina e i rifugiati ucraini, glorificando la Russia e avvertendo che le sanzioni imposte alla Russia si sarebbero ritorte contro i paesi occidentali.
Gli articoli sono stati poi promossi con l’ausilio di video “YouTube”, oltre che su vari altri social network: “Facebook”, “Instagram”, “Telegram”, “Twitter”. I disinformatori hanno utilizzato anche i siti di petizione “Change.org” e “Avaaz.com”, nonché il sito di blog “LiveJournal”.
L’analisi “DFRLab” mostra che il contenuto destinato a diversi tipi di pubblico era diverso. In Germania e Lettonia il tema principale sono state le previste difficoltà economiche che porteranno alla rinuncia alle risorse energetiche russe. D’altra parte, in Francia e in Italia, l’enfasi maggiore è stata posta sulla cessazione delle forniture di armi all’Ucraina. La pubblicazione dei messaggi ha coinciso con il momento in cui i governi dei rispettivi paesi hanno preso decisioni su questi temi.
Anche in Germania è stato reso popolare un piccolo picchetto, i cui organizzatori hanno affermato che le forze armate ucraine stavano “uccidendo bambini” nel Donbass. È una delle narrazioni di notizie false del Cremlino utilizzate in varie attività di disinformazione.
La spesa maggiore per un annuncio è stata di circa 2.000 dollari e ha presentato i soldati del battaglione ucraino “Azov” come se utilizzassero simboli nazisti. Questo annuncio è stato mostrato da 500.000 a 600.000 volte agli utenti di Facebook.
“DFRLab” indica che alle pagine dei social network sono stati dati nomi simili. Ad esempio, 88 pagine Facebook su 703 scoperte avevano un nome composto da aggettivi con connotazione positiva seguiti da due lettere e un numero.
In diverse lingue, i titoli delle pagine contenevano la frase “open opinion”. I ricercatori hanno scoperto due di queste pagine, destinate al pubblico lettone. La frase ucraina “Вільний народ” o “persone libere” è apparsa nei titoli di molte altre pagine. Altre pagine fingevano di essere resoconti ufficiali dei media, per lo più rivolti a un pubblico tedesco.
Molte pagine utilizzavano il logo del quotidiano tedesco “Frankfurter Allgemeine Zeitung”.