Domenica dieci migranti provenienti dal Bangladesh e sei dall’Egitto sono stati intercettati dalle autorità italiane in acque internazionali. Le due imbarcazioni con loro erano salpate da Tripoli, capitale della Libia.
Venerdì scorso il governo italiano ha ufficialmente aperto due centri in Albania che accoglieranno gli immigrati clandestini maschi intercettati dalle autorità italiane in acque internazionali.
In base a un accordo quinquennale firmato dal primo ministro italiano Giorgia Meloni e dal suo omologo albanese Edi Rama lo scorso novembre, l’Albania ospiterà ogni mese fino a 3.000 immigrati clandestini catturati dalla guardia costiera italiana o da navi della marina in acque internazionali. Saranno inizialmente testati su navi da guerra prima di essere inviati in Albania per ulteriori test.
Dopo essere arrivati in Albania, i migranti verranno prima inviati in un centro nella città portuale di Shengjin per la registrazione e i controlli sanitari, prima di essere inviati nei centri nella città di Gadara dove attenderanno che le loro richieste di asilo vengano esaminate.
I centri per migranti in Albania saranno gestiti secondo la legge italiana e gestiti da servizi di sicurezza italiani, mentre i giudici esamineranno i casi di migranti a distanza da Roma.
I centri Gader hanno una sezione per i migranti le cui richieste di asilo sono state respinte, oltre a una piccola prigione.
I centri sono istituiti per elaborare più rapidamente le domande di asilo degli immigrati. Sono progettati per ospitare 39.000 persone all’anno.
Si stima che questo accordo costerà all’Italia 160 milioni di euro l’anno.
Gruppi per i diritti umani si sono chiesti se i richiedenti asilo saranno adeguatamente protetti, ma martedì il primo ministro italiano Giorgia Meloni ha respinto le critiche. “È un percorso nuovo, coraggioso, senza precedenti, ma rispecchia perfettamente lo spirito europeo e ha le carte in regola per essere seguito anche da altri Paesi extra-Ue”, ha affermato Meloni.