In Italia è stata presentata una proposta di legge per punire la diffusione di fake news

La risoluzione dell’EPPA ha condannato “le campagne mediatiche su Internet volte a fuorviare parti dell’opinione pubblica con informazioni intenzionalmente parziali o false, campagne d’odio (..) volte a danneggiare i processi politici democratici”.

Nella risoluzione, non giuridicamente vincolante, gli Stati membri del Consiglio d’Europa sono stati invitati ad avviare “discussioni sulle norme e sui meccanismi necessari per prevenire il rischio di distorsione delle informazioni e di manipolazione dell’opinione pubblica”.

Tuttavia, i critici, tra cui il M5S, vedono la proposta di legge di Gambaro come una minaccia alla libertà di espressione.

Il blog giornalistico “Valigia Blu” si è chiesto se ritwittare materiale ritenuto offensivo possa portare qualcuno in prigione, sottolineando che un simile scenario si addice ai regimi autoritari, non alla democrazia liberale.

Il problema delle fake news è rilevante in molte parti del mondo e si teme che la propaganda su Internet, forse sponsorizzata dalla Russia, abbia contribuito alla vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali statunitensi e all’esito del referendum sulla “Brexit”.

Il sito web Buzzfeed ha accusato il M5S di aver creato una vasta rete di diffusione di fake news, teorie del complotto e storie pro-Cremlino.

Il partito ha negato le accuse, ma restano rilevanti gli interrogativi sulla sua struttura segreta.

Gambaro, espulsa dal M5S nel 2013 per aver criticato in televisione il fondatore del partito Beppe Grillo, ha affermato che l’adozione della sua proposta di legge prima delle elezioni parlamentari dell’anno prossimo potrebbe contribuire a ripulire la campagna elettorale.

Elite Boss

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