“Devi seguire il tuo sogno! E se è una questione di cuore, allora è facile farlo”, dice il giocatore di basket di 14 anni Richards Aizpurs di Gulbene a proposito del suo trasferimento in Italia e del suo ingresso nel basket “Stella Azzurra”. circolo dell’Accademia.
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R. Aizpurs sapeva che giocare a basket professionalmente era destinato a lui. Ha praticato molto fin dall’infanzia. All’età della scuola materna ha frequentato l’allenamento di calcio, nelle prime classi ha iniziato ad allenarsi nell’atletica, lo ha fatto fino a quest’anno. Ha dato una buona forma fisica.
“Ho iniziato ad allenarmi a basket alle elementari, ed è così che è andata. Devi allenarti molto individualmente senza la presenza di allenatori: lancio, forza, allenamento di resistenza. Puoi dire: è stato difficile, ma anche facile, perché mi piace quello che faccio. Mi è stato detto che ci vuole talento per ottenere tali risultati. Sì, sono d’accordo, ma il talento va sviluppato, il duro lavoro deve essere investito per avere risultati. Ho sempre voluto migliorare, arrivare sempre più in alto picchi. Ora sono a Roma e sono felice della mia scelta di essere a Roma allo Stella Azzurra Basketball Academy Club. Ho diversi allenamenti al giorno. Sono versatili – con una palla, fisica, allenamento fitness, nuoto, resistenza, giochi di squadra. Molto diverso. Ho bisogno di comunicare in inglese tutti i giorni. L’italiano viene insegnato tutti i giorni. La scuola è iniziata per me il 15 settembre e studio in terza media”, racconta R. Aizpurs a “Dzirkstele”.
I genitori di Richard, Irene e Normunds Aizpuri, raccontano a “Dzirkstele” che nelle conversazioni familiari si parlava molto di opportunità di studio e formazione all’estero. All’inizio dell’estate è stata presa una decisione: realizzare il grande sogno di Richard a Roma presso l’accademia di basket “Stella Azzurra”. “È stato testato per un paio di giorni: sono state testate varie abilità fisiche e di basket. Un paio di giorni dopo, è seguito un invito a unirsi a questo club”, dicono i genitori.
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Il fatto che la famiglia sia in Lettonia non ci impedisce di comunicare ogni sera. “Possiamo parlare e scherzare in una videochiamata”, dice I. Aizpure. Anche la comunicazione – chattare con gli amici – è parte integrante della vita di tutti i giorni. D’altra parte, R. Aizpurs ha imparato a conoscere gli italiani come aperti, amichevoli e anche chiassosi. “Mi sento bene nella mia seconda casa”, dice R. Aizpurs.
– Inita Savicka