In un momento in cui i parlamentari italiani ricevono gli stipendi più alti d’Europa e non hanno fretta di mantenere la promessa di ridurli, il rapporto Eurispes del 2011 concludeva che il 35% delle famiglie italiane non può vivere con quello che guadagna.
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Rispetto agli anni precedenti è diminuito il numero delle famiglie che riescono a risparmiare: solo nell’ultimo anno un quarto delle famiglie è riuscito a mettere da parte qualcosa per i prossimi giorni, mentre è diminuito il numero dei residenti che non riescono a saldare i prestiti e le bollette aumentano.
Roma è la più cara
Le statistiche mostrano che Roma è la città più cara in cui vivere. Anche la famiglia Rossi vive nella capitale con tre figli di età compresa tra i due e i dieci anni. La moglie Angela (40 anni) lavora come insegnante e grazie ai suoi 12 anni di esperienza lavorativa, che vengono presi in considerazione nel calcolo dello stipendio, percepisce 1700 euro al mese. Piergiorgio, 41 anni, è un autista e guadagna circa 1.000 euro al mese.
“L’appartamento assorbe la maggior parte del nostro reddito mensile”, spiega Piergiorgio. L’appartamento è di proprietà della famiglia, ma deve ancora essere rimborsato il mutuo di 400 euro al mese. Anche i servizi di pubblica utilità sono costosi per una famiglia numerosa, ad esempio la sola elettricità costa circa 80 euro per due mesi (in Italia la maggior parte delle bollette arriva una volta ogni due mesi), e lo smaltimento dei rifiuti, le cui tariffe dipendono dalla superficie dell’appartamento e il numero dei componenti della famiglia, costa 320 euro l’anno. Come previsto dalla legge, in un condominio c’è un amministratore che ogni due mesi riscuote il compenso per il suo lavoro, oltre alle spese di manutenzione della casa (pulizia e illuminazione scale, riparazione ascensore, giardiniere) e anche al riscaldamento. La famiglia Rossi paga ogni volta al manager quasi 400 euro.
Il padre di tre figli dice: “Spendiamo molto per la manutenzione dell’auto e per le necessità dei bambini: scuola, sport, vestiti e anche assistenza sanitaria. I bambini più grandi vanno alla scuola primaria pubblica, che è gratuita. Anche i libri sono gratuiti per gli studenti delle scuole primarie in Italia, paghiamo solo i pasti 60 euro al mese, le lezioni doposcuola 25 euro al mese, le lezioni di sport 250 euro all’anno e acquistiamo materiale scolastico, che costa circa 100 euro all’anno per ogni bambino”. La figlia più piccola frequenta un asilo per bambini di età compresa tra uno e tre anni, che di solito è a pagamento, ma da diversi anni il comune di Roma fornisce l’asilo, compresi i pasti, per il terzo e i successivi bambini gratuitamente.
Solo per il cibo la famiglia spende circa 150 euro a settimana. Basta fare la spesa nel supermercato più economico, scegliendo i beni più necessari ed economici. “È un peccato ammetterlo, ma soprattutto nell’ultima settimana prima del giorno di paga sono costretto a fare i conti quando faccio la spesa per non spendere troppo i soldi rimasti sul conto e anche a lasciare i prodotti alla cassa,” Piergiorgio rivela.
“Per ora i bambini riescono a procurarsi ciò di cui hanno bisogno, non conoscono la fame, ma sono molto preoccupato per il futuro, perché non abbiamo risparmi, ma con l’aumento dei prezzi, ogni mese possiamo permetterci sempre meno”.
Sogna la tua casa
La famiglia Bitonto è originaria del sud Italia, nei pressi di Taranto, ma da maggio vive in Sicilia, ad Augusta, in provincia di Siracusa, dove presta servizio il capofamiglia Damiano. Damiano, 26 anni, è sottufficiale della Marina Militare Italiana, la moglie Erika (23 anni) è casalinga e cresce a casa le due figlie di 13 mesi, Bianca Dea.
La principale fonte di reddito familiare è lo stipendio del marito, integrato da una piccola indennità statale per le persone a carico.
In generale, la famiglia può contare su circa 1.500 euro al mese. Erika ammette: “Non credo che siano sufficienti per vivere una vita normale, ma conosco famiglie più numerose che vivono con meno, quindi non posso lamentarmi”.
Al momento, una grande svolta nel bilancio familiare è che la marina offre alle giovani famiglie l’opportunità di soggiornare temporaneamente in appartamenti di servizio per una quota simbolica: nel caso della famiglia Bitonto, si tratta di 140 euro al mese, utenze incluse. Tuttavia, questo appartamento può essere utilizzato per non più di nove mesi, dopodiché la famiglia deve trovare una nuova casa. Erika e Damiano utilizzano l’appartamento di servizio da otto mesi, quindi devono aspettarsi un aumento delle spese per l’alloggio a breve.
«L’auto ci costa tantissimo. L’abbiamo comprata a rate, la paghiamo 311 euro al mese. Viaggiamo molto, almeno quattro volte l’anno attraversiamo lo stretto di Messina in traghetto per andare a trovare i parenti in terraferma, e questo costa 70 euro ogni volta. A questo vanno aggiunti l’uso delle strade a pedaggio, la benzina, il cui prezzo in Sicilia attualmente ha raggiunto 1,80 euro al litro, l’assicurazione e il bollo automobilistico”, dice Erika.
Per risparmiare, la famiglia fa la spesa nei supermercati e lo fa una volta alla settimana, dato che i supermercati più vicini sono a Catania, a un’ora di macchina. Erika dice: “Il mio sogno è avere una casa mia, ma sembra che rimarrà solo un sogno perché non possiamo salvare nulla. Lo Stato non sostiene le famiglie con bambini: anche se viene concesso un piccolo assegno, viene immediatamente ripreso, tassando tutto il possibile. Forse solo se i parlamentari e le altre categorie privilegiate tagliassero gli stipendi potremmo vivere tutti un po’ meglio ed evitare le proteste popolari che stanno accadendo in questi giorni in Sicilia.”