L’Italia ha vietato l’uso del chatbot di intelligenza artificiale ChatGPT di OpenAI

L’azienda americana “OpenAI” e i suoi robot di conversazione AI “ChatGPT” sono stati accusati di aver violato le leggi sulla privacy, inclusa la raccolta di dati personali. Ora i regolatori di un paese dell’UE hanno deciso di vietare l’uso delle reti neurali nel loro territorio.

Chi ha vietato ChatGPT e perché?

Stiamo parlando dell’Italia. Lì, l’autorità di regolamentazione della protezione dei dati del paese ha ordinato il divieto del chatbot di intelligenza artificiale ChatGPT, accusando gli sviluppatori di OpenAI di “raccolta illegale di dati personali”. Ha ordinato agli sviluppatori di smettere immediatamente di raccogliere informazioni dagli utenti italiani finché l’azienda non cambierà il suo approccio alla questione.

L’Autorità nazionale per la protezione dei dati ha emesso un comunicato stampa affermando che la società non ha alcuna base giuridica per raccogliere informazioni personali e che OpenAI non ha alcun meccanismo per impedire agli utenti minorenni di utilizzare il suo servizio, che presumibilmente “espone vari dati che sono assolutamente incompatibili con il loro sviluppo e la loro autoconsapevolezza”.

Non è la prima volta che l’autorità italiana per la protezione dei dati personali adotta misure simili contro i chatbot AI. Il regolatore aveva già vietato il chatbot Replika.ai a febbraio. Replika aveva attirato l’attenzione sulle conversazioni eccessivamente aperte con gli utenti, che vengono chiamate “gioco di ruolo erotico”. Di recente, l’azienda ha bloccato questa opzione, il che ha causato un’ondata di insoddisfazione.

Potrebbe volerci del tempo prima che OpenAI rispetti l’ordine di interrompere l’elaborazione dei dati degli utenti italiani. L’autorità italiana afferma che la società deve riferire entro 20 giorni sulle misure adottate per ottemperare alle richieste del regolatore o affrontare multe fino a 20 milioni di euro (o il 4 percento del fatturato globale annuo).

Elite Boss

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