Dopo 150 terremoti nei pressi di Napoli sono apparse crepe negli edifici, scrive The Guardian.
La gente è stata evacuata e molti hanno dormito nelle loro auto o per strada dopo che il terremoto più forte degli ultimi 40 anni ha scosso l’area attorno al vasto vulcano dei Campi Flegrei, vicino a Napoli.
Le scosse di magnitudo 4,4 di Pozzuoli, città portuale densamente popolata, sono state seguite da 150 scosse di assestamento fortemente avvertite anche a Napoli.
I media locali riferiscono che sono apparse crepe negli edifici e che pezzi di muratura sono crollati. Le scuole nei distretti di Pozzuoli e Napoli sono state chiuse martedì.
“Siamo usciti di casa a mezzanotte e siamo andati a trovare nostro figlio a Napoli”, racconta Mimmo Pignatelli, che vive a Solfatara, una cittadina nei pressi di uno dei 24 antichi crateri vulcanici dei Campi Flegrei.
“Siamo abituati ai terremoti, ma questo è stato molto spaventoso perché è stato il più forte degli ultimi 40 anni. Potevamo sentire il terreno muoversi.”
L’attività sismica nei Campi Flegrei, dove risiedono almeno 360.000 persone, si è intensificata negli ultimi due anni, con terremoti in aumento in frequenza e magnitudo.
Il governo italiano ha elaborato un piano di evacuazione di massa, la cui sperimentazione è prevista per la fine di maggio.
La fascia vulcanica dei Campi Flegrei, lunga 11 chilometri, è molto più grande e molto più attiva del vicino monte conico Vesuvio, che distrusse l’antica città romana di Pompei nel 79 d.C.
Il vulcano è inquieto da oltre 70 anni, a causa di un fenomeno che gli scienziati interpretano come il movimento graduale di una parte della superficie terrestre causato dal riempimento o dallo svuotamento di una camera magmatica sotterranea. L’ultima volta che i Campi Flegrei hanno avuto un’ondata di terremoti è stato nei primi anni ’80.
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