“La schiena fa male a causa del sollevamento dei morti.” Un lettone racconta la vita quotidiana mentre lavora in un ospedale italiano

“Nel nostro ospedale, un meraviglioso dottore, di circa sessant’anni, è morto in tre giorni. Medici e infermieri devono lavorare con tute protettive speciali, maschere facciali e doppi guanti.

All’obitorio fa freddo, quindi è più facile sopportare questi costumi, ma chi lavora nei reparti avverte disagio. Non è davvero facile, è anche difficile per me respirare con una maschera tutto il giorno, ma non ci sono opzioni”, dice Laura.

La donna non nasconde che l’ospedale è così sovraccarico che il personale medico spesso non ha nemmeno il tempo di andare in bagno, tanto meno di mangiare. “Ma devi toglierti quei vestiti e poi rimetterli. Non va così veloce. È più facile non mangiare o non andare in bagno.”

Non è facile cambiare lo stile di vita degli italiani perché sono persone socievoli, attive e aperte, ma ora i divieti sono severi.

“Se non hai un motivo valido per trovarti in strada o in macchina, la polizia emette una multa. Se vai in negozio, devi mostrare la ricevuta di acquisto dopo aver fatto la spesa. Se ti sposti per andare o tornare lavoro, la polizia contatta il posto di lavoro e scopre se le informazioni corrispondono alla verità. Prima tutti erano troppo spensierati, tutti hanno una persona morta o almeno una persona malata”, descrive la situazione in Italia.

“Quel virus non è inventato. È davvero reale e molto pericoloso. Gente, mettetevi in ​​quarantena e non prendetela alla leggera!” Laura si rivolge ai lettoni attraverso il giornale.

cristiano mbappe

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