L’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) chiede agli Stati membri dell’Unione Europea (UE) di porre fine alla repressione “pericolosa e immorale” sull’immigrazione che ha lasciato 150 migranti bloccati su una nave della guardia costiera italiana per più di una settimana e senza il permesso di sbarcare. Sicilia.
“È ora di porre fine al tiro alla fune in cui i paesi competono per assumersi la minima responsabilità per le persone soccorse in mare”, ha affermato l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati Filippo Grandi. “È pericoloso e immorale mettere a rischio la vita dei rifugiati e dei richiedenti asilo mentre i paesi si impegnano in una lotta politica per soluzioni a lungo termine”.
La nave della guardia costiera italiana “Diciotti” con 150 migranti è attraccata da lunedì nel porto di Catania, in Sicilia, ma il ministro dell’Interno italiano Matteo Salvini non permetterà lo sbarco dei migranti finché altri paesi dell’UE non si saranno impegnati a riportarli a casa.
I negoziati tra 12 Stati membri dell’UE sulla distribuzione degli immigrati che arrivano in Europa via mare si sono conclusi senza risultati venerdì a Bruxelles. Non è stata raggiunta nemmeno una soluzione immediata per la distribuzione dei migranti sui “Diciotti”.
Austria, Belgio, Francia, Germania, Grecia, Italia, Irlanda, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Portogallo e Spagna hanno tenuto questi colloqui per trovare soluzioni a lungo termine ai problemi dell’Italia con l’afflusso di immigrati.
La migrazione è un tema di grande attualità in Italia, dove dal 2013 sono arrivati centinaia di migliaia di migranti e rifugiati provenienti dall’Asia e dall’Africa.
Secondo le norme dell’UE, l’asilo deve essere richiesto nel primo paese dell’UE in cui sono arrivati i richiedenti asilo, ma il nuovo governo italiano ha recentemente vietato sempre più alle navi con migranti di attraccare nei porti italiani.