Il ministro della Difesa italiano Guido Croceto ha affermato che l’Italia sarà costretta ad arrestare il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu se visiterà il paese in risposta a un mandato di arresto emesso dalla Corte penale internazionale (CPI).
Intervento durante la trasmissione sulla RAI Porta a portaCroceto ha sostenuto che, pur ritenendo che la Corte penale internazionale avesse commesso un errore, l’Italia aveva l’obbligo legale di onorare i propri obblighi internazionali. “Se Netanyahu e il suo ex ministro della Difesa, Yoav Galant, venissero in Italia, dovremmo arrestarli”, ha detto.
Crimini di guerra e crimini contro l’umanità
La Corte penale internazionale ha emesso questi mandati contro Netanyahu, Galant e Mohammed Deif, il leader militare di Hamas, accusandoli di crimini di guerra e crimini contro l’umanità commessi durante il conflitto di Gaza. Queste accuse includono l’uso della fame come metodo di guerra, nonché attacchi deliberati contro i civili.
Secondo la Corte penale internazionale, i funzionari israeliani hanno deliberatamente privato gli abitanti di Gaza di risorse essenziali come cibo, acqua, medicine ed elettricità, provocando la morte di civili, compresi bambini, per malnutrizione e disidratazione.
Reazioni internazionali
La decisione della Corte penale internazionale ha suscitato una forte reazione. Netanyahu ha definito i mandati “antisemiti” e “assurdi”. Israele e i suoi alleati, compresi gli Stati Uniti, hanno condannato l’iniziativa, mentre Amnesty International e altre organizzazioni per i diritti umani l’hanno salutata come un passo importante verso la giustizia.
Il capo della diplomazia europea, Josep Borel, ha ricordato che questa decisione è stata presa da un’istituzione giudiziaria internazionale e deve essere rispettata.
Quel mandato ora impedisce a Netanyahu di recarsi nei 124 stati membri della Corte penale internazionale, dove può essere arrestato. Il futuro diplomatico di Israele potrebbe essere seriamente compromesso, mentre il caso costituisce un precedente per gli sforzi della comunità internazionale volti ad affrontare le accuse di crimini di guerra e crimini contro l’umanità.